domenica 23 dicembre 2007

Ice

Quella sera camminò per l'aria cruda d'autunno, ghiaccio nel ghiaccio, sospensione, un gioco di continue quanto ininfluenti trasparenze. Nel buio più assoluto, preso un corpo qualsiasi, preso un pensiero qualsiasi, è ipotesi accreditata che questo non proietti ombre. Solo nella più completa disperazione sentì la libertà dal peso di colpe e virtù, nell'impalpabile placenta, unico sipario semitrasparente all'incombente dolore invernale, si schiuse senza grida alla sua seconda infanzia. Apprese la meraviglia per il vuoto e con un respiro a pieni polmoni cominciò a cibarsene. Gustò il senso della privazione, quella che impregnò di gioia notturna queste poche righe incompiute.

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