domenica 23 dicembre 2007

Colla di Collodi

La signora Botero scavava la sua miniera personale con un cucchiaio da cucina, in cerca di tesori canditi. Gran Delizia Gelata serie Oro. Erano passati quattro anni da quando il marito burattino, guardando il lungo naso allo specchio una mattina e ritrovandosi bambino, aveva detto: “Io devo andare cara. La vita di legno in questa casa non mi appaga”. Intendi – Fuggo infin dalla balena. E dalla sua pancia. - Fu così che la corpulenta signora si ritrovò rinchiusa nella torre di ringhiera. E pensare che un tempo principessa era, se solo non si fosse sopita sul pisello quella sera! Da allora solo cose buone, scartate dal frigo con rigore militare: punirsi per amor ed ingrassare. Ma ecco che dal tubo vede il mondo, sdraiata sopra il telo damascato: “CENERE’. E LO SPORCO PIU’ NON C’E’!”. L’allegra modellina a quattro zampe strofina lo straccetto sulle macchie, d’incanto il suolo piastrellato si volge in piano lucidato. La lacrima scende sulla guancia in movimento della triste prigioniera e la pala cromata porta alla bocca nuovi gioielli. La matrigna con le antenne la teneva schiava in quella posa sul divano con le sue sorelle.
Un giorno, tornando a casa col carrello ricolmo di delizie della cava, trovò nella casella un cartoncino, che riportava alla memoria sogni d’alta moda: “Siete tutti invitati alla prima lezione di Salsa. Scuola di Ballo Diavolo Azzurro.”
Fatina dell’armadio fammi forza, un’abito per piacer all’aggraziato cavaliere, non questo con le farfalle nere.
Vestitino a fiori, scarpette rosa e tanta lacca. Pronta. La zucca gialla strombazzava sul portone ed il cocchiere si girò senza parlare. “Via Lustrini 24, per favore e faccia presto, il ballo si tiene tra mezz’ora.”
Pagata la zucca ed entrata nella sala, la floreale ballerina si mise in riga con le dame, seguendo i passi dell’azzurro Manolito, Maestro di vita snodata. Un-due treee, un-due treee. Sudati molleggiano i corpi spaiati ed i fasci di raggi primari ne disegnano posture bislacche. Carni di seta che tornano a casa,lasciando pista e castello al Celeste e signora.
In ginocchio a pregare per un lieto finale. Occhi chiusi. Sotto al naso una patta. Aperta.
Stasera mi mangio tutto il mondo di ciccia e sudore, ingoiando bacchetta e fatina.
La zucca gialla ritorna, pronta a scarrozzar principesse del niente. Gran ballo, fatica da poco. Fatica di una sera.

Nessun commento: